E c’è pure il Tovagliometro…
L’amministrazione finanziaria ha diversi mezzi a
disposizione per eseguire controlli sull'attività d’impresa del contribuente, e
verificare redditi on dichiarati.
Un accertamento fiscale utilizzato, molto, nell’ultimo
periodo per la ricostruzione di presunti ricavi non dichiarati è il così detto “Redditometro”.
Proprio l’11 Settembre di quest’anno, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate,
Dott. Attilio Befera, ha presentato in audizione alla camera il nuovo
redditometro 2012, che individua, sette categorie di spesa.
Nel caso, però, di attività di ristorazione, tale
accertamento, ha preso il nome, forse considerato più suggestivo, di “Tovagliometro”.
Perché questo nome? Al di là delle altre ragioni, fondamentalmente, con il Tovagliometro, l’accertamento fiscale
si volge alla quantificazione di quanti coperti reali ha avuto il ristorante in
base ai tovaglioli che sono stati utilizzati.
La presunzione di base è che, mediamente, un cliente
consuma un solo tovagliolo per pasto.
La Commissione Tributaria Regionale Veneta, però, con
sentenza 77.24.12., ha affermato, che l’amministrazione finanziaria può
procedere all’utilizzazione dell’accertamento induttivo, denominato
Tovagliometro, solo nel caso in cui siano stati trovati altri indizi di
evasione riguardo i ricavi dell’attività di ristorazione
Del resto, se è pur vero, che la Corte di Cassazione, con
due diverse Sentenze: 12438 del 2008 e 7408 del 2012, ha confermato la validità
del metodo utilizzato, addirittura, considerando la ricostruzione non solo dei
tovaglioli utilizzati, ma anche, del consumo di acqua minerale, è anche vero,
che tale tipo di accertamento, necessità di riscontri con la realtà in esame,
rapporto tra tovaglioli in lavanderia e tovaglioli in sala, incremento o meno
dei corrispettivi, ecc.
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